Chiara Orelli Vassere

Consiglio Nazionale: Candidata n. 05 – Lista 15
Professione: Direttrice SOS Ticino
Data di nascita: 26.06.1965
Luogo di residenza: Lugano

 

Congedo parentale

Sono a favore di un congedo parentale esteso e flessibile, da gestire da parte dei genitori in funzione delle necessità e dei bisogni dei figli e della famiglia nel suo insieme. Si tratta anche in questo caso di adottare finalmente un concetto di famiglia rispettoso delle profonde mutazioni che caratterizzano il panorama sociale svizzero. Padri e madri devono avere le medesime responsabilità e i medesimi diritti, così come, ad esempio, i figli adottivi devono poter beneficiare di altrettante attenzioni dei figli biologici (mi sono battuta per un congedo maternità per madri adottive analogo a quello per le madri biologiche). Il congedo parentale è giusto e con ripercussioni positive a livello delle politiche familiari e delle pari opportunità, ma è anche un investimento economico: le imprese possono contare su una minore fluttuazione del personale e una maggiore produttività, e le donne potranno finalmente lavorare senza rinunciare ad avere figli.

Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne

Sono contraria all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nelle condizioni attuali di iniquità di genere. Siamo ampiamente penalizzate sul fronte della previdenza, perché siamo gravate da compiti di cura e di educazione e a lavori legati alla vita domestica non retribuiti e privi di qualsiasi riconoscimento. Essi condizionano la stabilità e il tasso di impiego lavorativo e di conseguenza il volume delle prestazioni assicurative di diritto. Le lacune nella previdenza, le evidenti e ingiuste disparità di trattamento rispetto agli uomini, che beneficiano del nostro lavoro non retribuito senza averne alcun onere, devono essere colmate. La rendita media versata dal secondo pilastro (dati 2016) è di 1 275 franchi per le donne e di 2 220 franchi per i maschi: una differenza del 57%. Ciò non è più accettabile; l’eliminazione di questa disparità deve essere la priorità.

Quote di genere

Sono favorevole alle quote, a ogni misura che contrasti un’ipocrita adesione formale al principio della parità ma che poi si rifugia in mille pretesti per non attuarla. Sono favorevole alle donne in posizioni apicali in politica e nella professione, ciò che permetterebbe loro di valorizzare pienamente gli investimenti e le fatiche sostenute per la propria formazione e di combinare vita lavorativa e vita privata in una dimensione finalmente appagante. Ho cercato nella mia attività professionale di premiare le competenze e le capacità femminili, dando spazio a creatività e impegno davvero spesso straordinari: non solo attraverso la cura rigorosa di una perfetta parità salariale (che SOS Ticino, la struttura che dirigo, ha potuto certificare ancora recentemente), ma con una vera parità nelle carriere professionali, nelle prospettive di crescita, nella dignità del lavoro. I principi vanno tradotti in fatti, questo è il mio impegno.

Equità dell’imposizione delle coppie e delle famiglie

Sono favorevole all’imposizione individuale che corregga la penalizzazione delle donne. L’imposizione congiunta sfavorisce infatti in misura più importante il coniuge che percepisce il secondo reddito, in genere la donna (elevata aliquota implicita per il secondo coniuge attivo), e di conseguenza è un disincentivo al lavoro femminile. Per la famiglia occorre una politica coerente e armonica per tutta la Svizzera, che sostenga in particolare i nuclei familiari a basso reddito e a elevato rischio di esclusione sociale, che corregga un modello sempre più marcato di immobilità sociale, per cui chi è figlio di ricchi ha automaticamente maggiori opportunità. Per questa ragione, sono favorevole anche all’introduzione di un’imposta nazionale sulle successioni e all’aumento delle imposte sul capitale e sui patrimoni elevati: la solidarietà tra le famiglie si fa anche attraverso una fiscalità giusta e realmente redistributiva.

 

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