Mattea David

Consiglio Nazionale: Candidata n. 03 – Lista 04
Professione: Architetto d’interni
Data di nascita: 04.07.1993
Luogo di residenza: Lugano

 

Congedo parentale

L’introduzione di un congedo parentale flessibile adeguato, che risponda alle necessità della società di oggi, è ora più che mai una priorità. Si tratta di una misura a favore delle famiglie di oggi, che si trovano confrontate con la difficoltà di conciliare vita privata, vita famigliare e vita professionale.  
La Svizzera, su questo tema, è parecchio in ritardo in confronto ad altri paesi europei – specialmente quelli nordici – mentre la società si modifica velocemente discostandosi sempre di più dalla vecchia immagine di famiglia tradizionale. Servono di conseguenza cambiamenti rapidi in materia. 
L’introduzione di un congedo paternità di quattro settimane sarebbe un importante primo passo avanti sulla strada di un congedo parentale moderno, che risponda alle necessità delle famiglie di oggi, che dia flessibilità, che risponda alle esigenze di reale uguaglianza e che permetta l’autogestione da parte dei genitori, i quali sarebbero i soli ad avere diritto di scegliere come sfruttare questo congedo.  
Si tratta di una misura urgente dalla quale dipende anche la miglior qualità di vita delle famiglie. 

Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne

A distanza di circa tre settimane dallo Sciopero delle donne si è discusso per l’aumento dell’età pensionabile per le donne, tema caldo per la politica nazionale attuale. Le donne che continuano a guadagnare meno degli uomini, percepiscono rendite di vecchiaia più basse. n aggiunta, molte donne svolgono lavori non remunerati e non riconosciuti, quali la cura della famiglia e della casa. 
Le donne, ancora, si ritrovano a pagare i costi di una riforma AVS che non le tutela e le cui misure compensatorie non sono sufficienti a coprire la differenza di quanto verrebbe loro tolto. Sono ancora troppe le donne – almeno 500’000 – che si trovano in una situazione precaria, a livello lavorativo e di pensionamento, con una rendita talmente bassa da non potersi avvalere di un secondo pilastro, comunque ad oggi insufficiente per vivere dignitosamente. Il progetto di riforma dell’AVS è già fallito in passato. La popolazione più volte si è espressa contro e l’insistenza con la quale il Consiglio federale ha riproposto l’iniziativa è l’ennesimo segno che le donne, nei loro diritti e nella parità di genere, non sono tutelate.  

Quote di genere

Ad oggi la rappresentanza delle donne in ambito economico e politico è ancora carente. Parte del problema di questa sotto rappresentanza è la difficoltà di conciliare vita privata, carriera e attività politica. Servono cambiamenti strutturali importanti affinché venga resa possibile una vera e concreta parità nella rappresentazione delle donne in tutti gli ambiti della società. 
Cambiamento che deve ripartire anche dal sistema scolastico, dove le ragazze devono essere incentivate e sensibilizzate ad essere parte attiva della società e a indirizzarsi verso lavori e formazioni che ad oggi le vedono in minoranza. Questo perché, al di là della quota di rappresentazione, servono donne competenti e capaci.  Parlare di quote sembra, però, riduttivo. Stiamo parlando di donne.  
Se l’organizzazione della società di oggi permettesse un’efficace conciliabilità fra vita privata e lavoro, la donna non si vedrebbe più impossibilitata nell’ottenere impieghi meglio retribuiti, a raggiungere posizioni dirigenziali, nei consigli di amministrazioni e cariche politiche. Una volta affrontato questo cambiamento, non sarà più necessario parlare di quote di genere.  
Perché nessuno sarà più escluso. Si potrà parlare solo di merito. 

Equità dell’imposizione delle coppie e delle famiglie

In Svizzera, nell’ambito dell’imposta federale diretta, più del 55% dei coniugi con due redditi e di coniugi pensionati, pagano più imposte rispetto alle coppie non sposate, le quali si trovano spesso, però, nella stessa situazione economica. Su decisione del Tribunale federale, il superamento del 10% di questo onere implica una disparità di trattamento e questa non è in linea con la Costituzione. Ci troviamo davanti all’importanza di procedere ad una modifica di questo sistema di calcolo, così da non porre in situazione di svantaggio economico le coppie sposate in Svizzera. L’introduzione di un modello di calcolo alternativo per queste coppie è la giusta risposta al problema, che comporta però una seconda modifica importante: la previsione di una deduzione a titolo di compensazione per le famiglie monoparentali, in modo da evitare un aumento del loro onere fiscale, rischiando così di danneggiare e amplificare quella che è già una situazione di svantaggio e difficoltà.

 

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