Angelica Forni

Consiglio Nazionale: Candidata n. 04 – Lista 12
Professione: Studentessa
Data di nascita: 01.10.1998
Luogo di residenza: Losone

 

Congedo parentale

Grazie anche al Partito Comunista si stanno facendo importanti progressi in Ticino a livello comunale sul fronte del congedo paternità: raddoppiato a Bellinzona e a Gordola! Un segnale importante dovrebbe giungere dalle Camere federali con l’istituzione del congedo parentale, che avrebbe importanti risvolti sociali e culturali: da una parte permettendo di conciliare famiglia e lavoro e dall’altra superando gli ostacoli di genere. La parità si vede anche non confinando i genitori in ruoli sociali stereotipati, bensì responsabilizzando gli adulti sin dalla nascita dei figli ed equilibrando così da subito il carico di lavoro domestico. Sull’esempio della Norvegia dobbiamo rivendicare un congedo parentale di 42 settimane.

Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne

La parità di genere non si ottiene con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, ma con l’abbassamento dell’età pensionabile per gli uomini! Il livellamento dei diritti sociali e salariali va sempre fatto a vantaggio dell’intera classe lavoratrice senza discriminazioni, non adeguando le condizioni migliori a quelle peggiori. Le donne in Svizzera sono già svantaggiate a livello salariale rispetto ai colleghi uomini: questa situazione si aggrava per le pensioni, poiché esse molto spesso non completano tutti gli anni di contributi o non hanno un reddito sufficiente per ottenere un 2° pilastro. Occorre invece rivendicare un abbassamento generalizzato dell’età pensionabile per tutti: non è sostenibile lavorare per cinquant’anni, ed è importante che vi possa essere un ricambio generazionale che permetta di rafforzare la solidarietà intergenerazionale di un primo pilastro che deve essere sempre più solido e non eroso.

Quote di genere

Recentemente sotto il cupolone di Palazzo federale si è votato a favore dell’introduzione della parità dei sessi in seno alle dirigenze della società quotate in borsa oltre che nei loro consigli di amministrazione: come comuniste non crediamo che rivendicazioni quali queste cosiddette “quote rosa”, e nemmeno la declinazione al femminile o gli asterischi nella grammatica italiana, possono effettivamente migliorare la situazione delle studentesse, delle madri sole e delle donne lavoratrici. Aleksandra Kollontaj, la prima donna ministro al mondo, non a caso comunista, nel 1913 scriveva: «Per la donna operaia è indifferente se il suo padrone è un uomo o una donna». L’effettiva emancipazione delle donne potrà essere raggiunta unicamente se la lotta per le rivendicazioni femminili sarà accostata a una visione d’insieme delle contraddizioni che esistono nella nostra società, in particolare alle contraddizioni economiche.

Equità dell’imposizione delle coppie e delle famiglie

L’imposizione delle coppie e delle famiglie dovrebbe tendere verso una maggiore parità di trattamento tra le due categorie. Per quanto il principio dell’unità fiscale affronti il dato economico della comunità domestica, occorre adottare infatti un sistema che risponda meglio a un’attuale ripartizione di compiti all’interno del nucleo familiare, che contempli cioè anche la presenza di più redditi. Più in generale, per essere davvero equa, un’imposizione deve rispettare in modo rigoroso il principio di progressività, secondo il quale ognuno è chiamato a contribuire in base alla propria capacità economica. Per questo motivo, mentre alle famiglie più modeste andrebbe diminuito il carico fiscale, bisognerebbe colpire con maggiore coraggio patrimoni e redditi più ingenti: redistribuiamo la ricchezza!

 

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