Deborah Meili

Consiglio Nazionale: Candidata n. 01 – Lista 11
Professione: Studentessa in economia e politica agraria
Data di nascita: 20.04.1995
Luogo di residenza: Lugano

 

Congedo parentale

Un congedo parentale per entrambi i genitori, che consenta di decidere liberamente come impostare la propria vita e come ripartirsi l’accudimento e l’educazione dei figli, è necessario per ottenere un’uguaglianza di genere reale (anche linguisticamente). I partner devono poter condividere la gestione della famiglia, le responsabilità, i compiti e i doveri. Indipendentemente dal genere, si avrebbero le stesse condizioni socio-economiche di partenza per una buona conciliabilità lavoro e famiglia, le discriminazioni delle donne sul lavoro (es. all’assunzione) diminuirebbero e il lavoro attualmente non retribuito, come il lavoro di cura – svolto tipicamente delle donne –, verrebbe equamente distribuito. Le donne non hanno bisogno di supporti, ma di partner. Il congedo paternità attuale di due settimane invece, è inadeguato e rischia di cementare i ruoli tradizionali e le disuguaglianza di genere. Assieme ai VERDI, sostengo un congedo parentale di 28 settimane!

Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne

L’innalzamento dell’età pensionabile delle donne allo stesso livello degli uomini, è una misura equa solo in apparenza. Difatti, nella nostra società esistono ancora troppe disuguaglianze di genere: la maggioranza delle donne continua a guadagnare meno degli uomini, svolge gran parte del lavoro non retribuito (es. lavoro di cura) e le pensioni sono dunque nettamente inferiori. È inaccettabile che siano solo le donne a dover pagare i costi della riforma AVS! Sono altersì contraria a un innalzamento dell’età pensionabile in generale. Infatti, potremmo e dovremmo lavorare meno per lavorare tutti e in condizioni migliori. Soluzioni alternative per rimpolpare le casse pensioni esistono: anziché concedere sgravi fiscali ad aziende non virtuose, la Confederazione potrebbe investire maggiormente nell’AVS. Inoltre, si potrebbero tassare i comportamenti negativi da disincentivare con una tassa CO2 sui carburanti e un’imposta sulle transazioni finanziarie internazionali (tobin tax).

Quote di genere

L’uguaglianza di genere non si raggiunge solo con le quote, ma le quote possono essere uno strumento necessario per far sì che vi sia finalmente una società paritaria. Infatti, le quote devono essere impiegate il meno possibile e in modo mirato per favorire il genere discriminato a svolgere delle professioni a netta maggioranza sia maschile che femminile ed incentivare così la creazione di nuovi ruoli modello per le bambine ed i bambini, e per la società in toto. Difatti, gli esempi che si vedono da piccoli ispirano ciò che si vorrebbe e potrebbe diventare da grandi. Le quote da sole però non portano al risultato desiderato dell’uguaglianza di genere se i tanti ostacoli sociali e strutturali non vengono rimossi. Dunque sono anche necessarie misure come il congedo parentale. Si deve creare l’uguaglianza nel privato, cosicché donne e uomini possano scegliere liberamente come vivere la loro vita.

 

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