Karin Valenzano

Consiglio Nazionale: Candidata n. 08 – Lista 09
Professione: Avvocato e notaio
Data di nascita: 18.01.1972
Luogo di residenza: Lugano

 

Congedo parentale

Negli ultimi trent’anni la suddivisione del lavoro e dei compiti all’interno delle coppie è cambiata molto, e per fortuna. Tanti papà desiderano essere vicini ai propri figli anche nei primi mesi dopo la nascita. Oggi purtroppo non esiste ancora un diritto al congedo paternità a livello federale. L’iniziativa popolare per un congedo paternità di almeno quattro settimane è però troppo onerosa per le aziende e i dipendenti e rischia quindi di naufragare. Penso che le soluzioni a livello aziendale o a livello di contratti collettivi di lavoro offrano una maggiore flessibilità rispetto a una soluzione uniforme introdotta per legge. Temo purtroppo che un congedo parentale di 16 settimane possa in qualche modo svantaggiare le donne, portando a una riduzione della durata dell’attuale congedo maternità.
Sono invece favorevole a un aumento delle deduzioni fiscali per le spese di custodia dei figli da 10 100 a 25 000 franchi. Questa misura favorisce concretamente una ripartizione equa e libera dei compiti all’interno delle coppie.

Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne

La riforma dell’AVS s’impone per garantire il pagamento delle rendite anche in futuro, visto che viviamo sempre più a lungo. Il percorso professionale femminile è però significativamente diverso da quello maschile.
La maternità, ahimè, rallenta o riduce in modo marcato l’attività lavorativa delle donne con una conseguente riduzione dei salari e dei contributi versati all’AVS. La mancanza di continuità riduce purtroppo anche le opportunità di accedere a posizioni di responsabilità. Ci vogliono quindi misure concrete per migliorare la conciliabilità lavoro-famiglia attraverso modelli di lavoro flessibili e strutture d’accoglienza sufficienti.
Questi correttivi sono necessari per finalmente colmare il divario salariale, ciò che permetterebbe di accettare un aumento dell’età del pensionamento femminile. L’eventuale aumento dell’età di pensionamento delle donne deve quindi essere accompagnato da misure concrete che tengano conto degli anni di contribuzione e del reddito.

Quote di genere

Un mezzo necessario per un vero cambiamento culturale. Penso infatti che si debba innanzitutto investire nell’educazione per modificare gli stereotipi culturali alla base di una mentalità tradizionale che impedisce ancora l’effettiva realizzazione delle pari opportunità. Sono contraria di principio alle quote di genere generalizzate e utilizzate come strumento fine a sé stesso. Tuttavia, ritengo che le quote di genere possano essere uno strumento utile, se a tempo determinato, per favorire l’accesso delle donne a posizioni, in cui la presenza femminile è ancora scarsa, e contribuire così all’evoluzione culturale necessaria.

Equità dell’imposizione delle coppie e delle famiglie

Il problema della penalizzazione fiscale delle coppie sposate è ingiusto e noto da tempo. I numeri non lasciano infatti spazio al dubbio. Secondo le ultime stime del Consiglio federale 450 000 coppie di coniugi con doppio reddito e 250 000 coppie di coniugi pensionati sono soggette a un maggiore onere fiscale che è anticostituzionale. Ora siamo finalmente sulla strada giusta per eliminare questa disparità di trattamento con la modifica di legge sull’imposta federale diretta a favore di un’imposizione equa delle coppie e delle famiglie. È un primo passo necessario verso un sistema di tassazione equo che potrà essere realizzato unicamente con il passaggio a un sistema d’imposizione individuale, che permetterà anche di aumentare il numero delle donne con un’attività professionale.

 

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