Sonja Crivelli
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Consiglio Nazionale: | Candidata n. 02 – Lista 05 |
Professione: | Psicopedagogista in pensione |
Data di nascita: | 21.11.1944 |
Luogo di residenza: | Sorengo |
Congedo parentale
La nostra cultura è costruita su stereotipi di genere che ingabbiano donne e uomini dentro schemi predefiniti.
La differenza di salario che le donne subiscono a parità di competenze e le difficoltà ad accedere ancora per troppe di loro a posti di lavoro con responsabilità importanti sono una triste realtà. Questa assegnazione delle donne a un secondo piano nel mondo del lavoro affonda le sue radici nel patriarcato che definisce pure i ruoli specifici all’interno della sfera familiare.
È una caratteristica evidente presente in tutte le società e in particolare in quelle classiste. E questo è legato strettamente al concetto di famiglia e di coppia. Ed è su questa realtà sociale che fatica a prendere forma il congedo parentale. E sono gli interessi dell’economia e dei suoi rappresentanti nel Parlamento che lo frenano.
Sono per un congedo parentale pagato della durata di 18 mesi, come proposto dal mio Partito, con la proibizione del licenziamento quando si torna al lavoro.
Ma questo sarà realtà solo se donne e uomini si batteranno assieme in una lotta radicale contro il sessismo, gli stereotipi e le disparità: un cambiamento della società più che mai necessario.
Riforma AVS e innalzamento dell’età pensionabile delle donne
Il Partito svizzero del Lavoro da sempre lotta affinché le rendite di vecchiaia siano sicure e basate sul principio della solidarietà. Per questo, attualmente sta lavorando a un progetto che mira a ricostruire progressivamente un sistema pensionistico sulla base dell’AVS attuale, inglobando la Cassa pensione obbligatoria. Si tratta di una rendita vecchiaia su un’unica base.
Sono contraria alle riforme proposte finora e soprattutto trovo ingannevole l’averle associate alla politica fiscale. L’età di pensionamento delle donne non è negoziabile come non è ammissibile che sia molto penalizzante l’andare in pensione anticipata per tutte le persone che hanno svolto una professione logorante sia dal punto fisico che psichico. L ’assicurazione vecchiaia non è un sussidio e nemmeno un’elemosina: è un diritto garantito dalla Costituzione. Va finanziata con il lavoro e non deve dipendere dagli introiti e dai rendimenti dei mercati dove le Casse pensioni hanno fatto i loro investimenti.
Quote di genere
La questione delle quote di genere divide il mondo femminista e ci interroga con i suoi aspetti positivi e negativi. Credo sia un “male necessario” per cambiare le abitudini ben radicalizzate in ogni contesto politico, economico e sociale. “Male necessario” perché le persone dovrebbero poter essere riconosciute per la loro disponibilità e competenza e non poter accedere a posti e a ruoli solo perché vi è una quota. Ma è solo grazie alle quote che molte donne hanno potuto esprimersi e dare, con il loro sguardo, un contributo rendendo così molto più ricchi il dibattito e i lavori. L’esperienza personale, vissuta in 8 anni nel Municipio del mio Comune, mi rafforza nel pensare che la nostra presenza di donne là dove si prendono decisioni che concernono la collettività è necessaria. E questo mi è stato riconosciuto dai colleghi con i quali ho condiviso quel percorso.
Ma perché quando si parla di quote si pensa alle donne? Chiara Saraceno aveva scritto, una volta, che si dovrebbe parlare di “quote azzurre” poiché, in ogni società, sono gli uomini in minoranza.
Equità dell’imposizione delle coppie e delle famiglie
La famiglia non è unicamente un uomo e una donna uniti in matrimonio. Famiglia è luogo di accoglienza e convivenza di due o più persone, legate da affetti e da progetti condivisi.
La politica fiscale deve rispondere alla realtà attuale, alle modifiche sociali in atto. Non deve penalizzare i coniugi con o senza figli ma nemmeno coloro che convivono, come le coppie di fatto.
La somma dei redditi di due coniugi è penalizzante.
L’imposizione fiscale deve basarsi sull’equità di trattamento.