E se fossero le donne a salvare la politica?

Grazie a Flora Costabile, Alessandro Maiucchi e Francesca Rampinelli

Ho ricevuto molte lettere sulle manifestazioni organizzate nelle ultime settimane da associazioni di donne. Ve ne propongo tre. Questa è Flora Costabile. “Da quando sono andata in pensione mi sono iscritta a corsi di inglese, di balli di gruppo, di pizzica, di informatica, di teatro. Sai cosa ho scoperto? Che sono le donne, anche se non più giovani, a voler ancora imparare, fare! La percentuale è schiacciante, direi un 90%. Anche le manifestazioni di Roma e Torino sono state promosse da donne, che in piazza non hanno voluto bandiere politiche. Sanno organizzarsi, capiscono che non ci si può arrendere. Per tutta la vita cercano di migliorare quello che hanno intorno, cercano di creare per i figli un mondo migliore. Anche la politica fa parte di questo progetto, ma siamo difronte a un declino spaventoso”.

“Sono di sinistra da sempre e non voglio arrendermi al trionfo del populismo. Il Partito democratico è in grande confusione, Minniti, Gentiloni, Renzi, Zingaretti, Martina: tutti in gamba, ma l’acqua passata non macina più, diceva mia nonna. Ci vuole un cambiamento chiaro, che possa scuotere gli animi, sembriamo smarriti. E se fosse una donna a meritarsi di nuovo quella fiducia che era arrivata al 40%, che si è dispersa tra le fila del Movimento 5 Stelle e l’astensionismo? Cerchino una brava, al di fuori delle correnti in modo che sia libera di fare e soprattutto l’aiutino!”.

Alessandro: “Ho letto l’articolo sulle donne del Sì TAV e sulla Sinistra che non le guarda e mi pongo per la millesima volta una domanda. Perché le donne italiane continuano a subire la politica dei maschi? Basterebbe fare un partito delle donne… stavo per scrivere ‘due partiti delle donne’, ma sono sicuro che la vostra intelligenza ne farebbe bastare uno dalle molteplici anime.
Io vi voterei domani e credo che sarei in compagnia di milioni di italiani. Abbiamo provato cento soluzioni e la politica italiana è riuscita sempre e solo a dare il peggio. Per favore, provateci”.

Francesca Rampinelli, sulla manifestazione contro il decreto Pillon. “Ora arriva questo governo col suo carico di retorica integralista cattolica e concreta voglia di restaurare un ordine sociale che veda le donne arretrare non solo nei numeri bassi dell’occupazione femminile ma anche nella posizione in famiglia. Quindi: che le donne tornino a fare figli, che sia ostacolato il ricorso all’aborto, che all’interno della famiglia siano il coniuge economicamente più debole, che siano erette a vittime solo per scatenare strumentalmente la rabbia”.

“E poi che siano proprio le donne a diventare il coniuge più restio a chiedere separazione e divorzio alle nuove svantaggiose condizioni prefigurate nel decreto Pillon, dove l’aspetto economico penalizzante e il dubbio percorso dei figli minori nei casi di padri violenti o incestuosi, consiglierebbe la pazienza di Giobbe davanti a ogni sopruso. Io non avrei sottovalutato l’importanza del piccolo movimento delle donne di sabato scorso come hanno fatto i media italiani, l’avrei fatto conoscere e incitato. Abbiamo tanto bisogno di un grande numero di donne che si muova per un’Italia più giusta e avanzata”.

Fonte: http://invececoncita.blogautore.repubblica.it